PILLOLE DI SALUTE

Le Video interviste di Fabio Rizzo

Cervicale e cervicalgia: gli esercizi per eliminare dolore e contratture.
Fabio Rizzo spiega come eseguire alcuni esercizi per distendere la muscolatura cervicale, riducendo dolore, contratture e lievi infiammazioni.

Oggi spieghiamo come fare per aiutare la muscolatura cervicale a distendersi. I muscoli della zona cervicale sono tra quelli più colpiti. Il collo, infatti, è una delle parti più mobili. Quindi basta un incidente, un colpo di frusta o un semplice tuffo in piscina senza aver calcolato bene la profondità dell’acqua. Ma anche un trauma sportivo o una problematica masticatoria che produce un effetto sulla muscolatura, irrigidendola, spiega Fabio Rizzo Massofisioterapista e osteopata.

Primo esercizio: rotazioni del collo
«Una delle possibilità che abbiamo è quella di eseguire una rotazione a sinistra, mantenendo il mento in linea con la spalla e, successivamente, una rotazione a destra. È importante far caso a dove siamo limitati nell’estensione muscolare. Questo è un movimento che permette di mantenere una respirazione profonda per dieci secondi su ogni postura. Ricordate che questo tipo di movimento, su un piano simbolico, significa saper dire di No, quindi se voi avete una difficoltà nell’eseguire le rotazioni del collo già sapete dove avete difficoltà nella vostra modalità di espressione», continua Rizzo.

Secondo esercizio: estensione delle vertebre cervicali
«Questo, invece, è un movimento che permette di estendere la muscolatura delle vertebre cervicali: Sollevate il capo posizionando il mento il più alto possibile fino a creare un angolo retto e mantenete per alcuni secondi la postura. Adesso inclinate la testa verso il basso e cercate di toccare lo sterno con il mento. L’esercizio può essere ripetuto tranquillamente otto-dieci volte. Questo tipo di movimento, a livello simbolico, significa che non potete più dire di sì. Quindi è in linea con il rispetto per voi e il vostro tempo, mentre le rotazioni sono in relazione con il lo spazio che dedicate a voi stessi», conclude Rizzo. 

Stai troppo al computer?
Esercizi per la muscolatura frontale e oculare

In video i consigli di Fabio Rizzo, massofisioterapista e osteopata, per rilassare la muscolatura della fronte e degli occhi messa sotto tensione dall’utilizzo di computer, smartphone e situazioni di stress e concentrazione eccessiva.
«Si inizia partendo dalla radice del naso per andare fino alla parte frontale, utilizzando due dita», spiega Fabio Rizzo. Il movimento va ripetuto per cinque-sei volte. Si possono anche utilizzare quattro dita, andando sempre su verso la zona frontale. Quest’ultimo automassaggio si può eseguire anche otto volte.

I massaggi rotatori
«E’ anche utile eseguire dei massaggi in senso rotatorio, al di sopra delle sopracciglia», prosegue Fabio Rizzo. Qui si dovrà sentire che vi è tensione. Da questo punto si prosegue fino all’attaccature delle orecchie.

Sugli occhi
«Sugli occhi – spiega Rizzo – è possibile eseguire una trazione con le dita». Un po’ come prima, si va fino alle orecchie ruotando le dita. Qui si potrà sentire il muscolo massetere, quello della masticazione, che è molto contratto. È possibile che si provi del dolore, ma è necessario continuare. Ripetere sette-otto volte.

Esercizi per gli occhi
Il passo successivo prevede sempre un automassaggio rotatorio intorno all’orbita oculare. Anche qui si andrà verso l’orecchio. Dopo di che è possibile fare della ginnastica per gli occhi. «Quello degli occhi è un muscolo a sé – spiega Fabio Rizzo – Si può iniziare puntando lo sguardo verso l’alto, come a voler vedere le sopracciglia. Poi puntando verso il basso come per guardare il labbro inferiore. Infine andare verso destra e poi verso sinistra ed eseguire delle rotazioni». «La tua visione dipende dai punti di vista – conclude Rizzo – E se cambi i tuoi punti di vista, cambierà anche la tua visione».

Lo stress? È nei glutei. Gli esercizi per ridurre la tensione.

Lo stress causa molti danni. Uno di questi è la tensione muscolare che può anche manifestarsi a livello dei glutei. Se ci si fa caso, infatti, nei momenti di ansia e agitazione si tende a mantenere molto più contratta tale zona. Tuttavia, ci sono degli esercizi in grado di eliminare dolori e tensioni. Fabio Rizzo, massofisioterapista e osteopata, suggerisce a Diario Salute Tv dei semplici movimenti che si possono fare anche a casa.

Sei un maniaco del controllo?
Le spalle contratte sono la più tipica conseguenza di tensione, paura, stress e agitazione che ogni giorno ci accompagnano. Ma ci sono anche persone che scaricano tutto sui glutei. La differenza tra il primo e il secondo caso è il controllo. Chi ha i glutei spesso in tensione, è molto probabile avverta la necessità di dover tenere tutto sotto il proprio controllo. I glutei, in questo caso, vengono «utilizzati per sentirsi più sicuri in alcuni momenti della giornata», spiega Fabio Rizzo. Rilassarsi e prendere gli eventi della vita come accadono può essere il primo passo per sradicare il problema.

È coinvolto anche il nervo sciatico
«I glutei vengono serrati senza rendercene conto, questo a lungo andare, può produrre un’assenza di spazio all’interno del quale passa il nervo sciatico quindi può essere la causa primaria che concorre alla dolorabilità e alla comparsa di tale patologia. Con gli esercizi mostrati nel video possiamo normalizzare e rilassare i muscoli coinvolti».

Un esercizio molto semplice
E’ necessario flettere le gambe, mettendole una sopra l’altra e con le due mani e afferrare il bicipite femorale (come mostrato nel video). A questo punto bisogna cominciare la respirazione controllata. «In fase di espirazione – mentre buttate fuori l’aria ─ fate una trazione verso il petto fino a quando sentirete di avere la tensione sul gluteo opposto a quello che state trazionando».

Migliorare la mobilità di gambe e anche

Gli esercizi per migliorare la mobilità di gambe e anche.
L’osteopata a DiarioTv «un semplice esercizio eseguito quotidianamente permette di aumentare le flessibilità degli arti inferiori»
ROMA – Si parla spesso di rigidità di collo e spalle, a volte anche di schiena e zona lombare. Si parla molto poco, però, della mobilità delle gambe e delle anche. Il problema è più diffuso di quanto si pensi e le cause più comuni sono riconducibili a uno stile di vita errato.

Potrebbe essere colpa della postura
In alcuni casi una ridotta mobilità delle gambe e delle anche potrebbe essere causata da una postura errata. Per esempio, stare seduti troppo a lungo, magari con le gambe distese eccessivamente da un lato riduce il carico sulla zona lombare, dall’altro potrebbe determinare a lungo andare disturbi di funzionalità degli arti inferiori.

Attenzione alo stile di vita
Pochi hanno uno stile di vita esemplare. La maggior parte di noi passa il tempo seduto davanti a una scrivania o, peggio, in piedi e fermi a causa del lavoro che svolge. Dedicare almeno una mezz’ora al giorno a una camminata leggera, a esercizi di stretching o comunque a una ginnastica moderata potrebbe evitare il problema.

Gli esercizi consigliati da Fabio Rizzo
Fabio Rizzo, massofisioterapista e osteopata, consiglia un semplice esercizio da eseguire comodamente a casa quando si ha qualche minuto libero a disposizione. Ci si siede su un lettino o, in mancanza, su un tappetino da fitness e si pongono le piante dei piedi l’una contro l’altra. Le gambe vengono così posizionate ad «ali di gabbiano». Proprio come fossero ali, la persona deve muoverle come se dovesse spiccare il volo. Nel lato in cui si evidenzia maggior rigidità è bene ripetere l’esercizio più volte, anche singolarmente.

Altri motivi in cui si può avere rigidità dell’anca
La rigidità di gambe e anche può essere dovuta a diversi motivi. Uno dei più comuni è la displasia dell’anca. Se si accusa dolore al movimento o in posizione seduta, potrebbe trattarsi di una «falsa sciatica». In casi più seri la causa potrebbe essere riconducibile a un’osteoporosi (in questo caso non fare esercizi fisici se non sotto controllo medico) o un’artrosi dell’anca. In tutti questi casi, tuttavia, è sempre bene chiedere il parere al proprio medico curante.

Gli esercizi per eliminare il dolore a spalle e braccia.

Dolore a spalla e braccia. Gli esercizi per recuperare la libertà di movimento. Fabio Rizzo per DiarioTv.
ROMA – Una postura scorretta, troppo tempo alla guida o davanti al computer possono causare dolori più o meno intensi a spalle, braccia e a volte anche al collo. Ecco gli esercizi consigliati dal massofisioterapista Fabio Rizzo a DarioTv per migliorare in breve tempo la flessibilità funzionale della parte superiore del corpo.

A volte è lo stress
Anche lo stress può causare problemi di movimento a spalle e braccia. Le forti tensioni, infatti, si «scaricano» quasi sempre sui muscoli della parte alta della schiena. Un altro motivo per cui si può accusare dolore in tale zona è una caduta o un trauma. Gli esercizi consigliati da Rizzo hanno lo scopo di sciogliere le contratture muscolari migliorandone il movimento a prescindere dalla causa scatenate.

Verificare la flessibilità funzionale con un semplice test
«Quando la libertà di queste catene muscolari è presente, c’è un movimento che deve essere fatto con estrema facilità»: si posiziona il braccio dietro la schiena poggiando la mano fino ad arrivare con le dita alla settima vertebra cervicale. Se non riusciamo ad arrivare a questo punto significa che «vi è una restrizione in qualche punto della catena muscolare», spiega Fabio Rizzo osteopata e massofisioterapista.

L’esercizio che migliora il movimento
«Per riuscire a liberare le catene muscolari possiamo eseguire un semplice esercizio di stretching che ha lo scopo di normalizzare la flessibilità della zona». Per metterlo in pratica avete bisogno di un asciugamani di spugna (o un oggetto simile) e «lo mettete in condizioni di essere un trait d’union tra le proprie mani, salite con le mani il più possibile fino a quando riuscite a tenere la distanza minima. Quindi inspirate e fate una flessione in avanti mantenendola per cinque respirazioni», continua Rizzo.

Non forzate mai il vostro corpo
«Accontentatevi di rimanere in questa postura non fate di più di quello che vi permette il vostro corpo. Avrete il tempo per apprezzare i benefici nei giorni successivi. Al termine, si ripete l’esercizio con il braccio opposto», conclude Rizzo.

Sciatica esercizi per prevenirla e curarla.

L’osteopata e massofisioterapista Fabio Rizzo a DiarioTv: esercizi di stretching per decontrarre i glutei e ridurre la sciatalgia.
ROMA – Oltre il 20% delle persone ha sofferto di sciatalgia almeno una volta nella propria vita. Le donne ne soffrono maggiormente, rispetto agli uomini. Si parla di 6 femmine colpite ogni maschio. Prevenirla e curarla si può, basta seguire alcuni semplici accorgimenti.

E’ tutta colpa dei glutei e dello stress
I glutei «sono uno dei fattori di contenimento dello stress per eccellenza», spiega Fabio Rizzo osteopata e massofisioterapista. «La nostra attitudine, normalmente, è quella di contrarre, stringe e serrare i glutei. A lungo andare questa postura può diventare cronica e produrre degli effetti sgradevoli quali la sciatalgia», continua Rizzo.

Stai troppo davanti al computer? Sei più a rischio
Un’altra causa della sciatalgia è la posizione seduta protratta, specie se si lavora davanti a un computer o a una scrivania. Generalmente la sciatalgia comincia con un dolore più o meno intenso nella parte posteriore della coscia. Nei casi più «gravi» si può estendere anche al piede, in particolare se si ha l’abitudine di stare seduti con la schiena piegata in avanti.

Un esercizio per decontrarre i glutei, riducendo il rischio di sciatica

«Metti una gamba sopra l’altra, verso l’esterno, e con una mano prendi il ginocchio facendogli fare una trazione attraverso la respirazione. Si mantiene per alcuni secondi la postura, anche se può essere dolorosa, e si produce una respirazione assistita di almeno cinque respiri. In questa posizione tutto il muscolo otturatore sarà messo in trazione al fine di rilassarlo», spiega Fabio Rizzo di osteopatialfuidica.com.

Altri fattori che possono scatenare la sciatalgia
Tra le varia cause della sciatica ci sono anche fattori più importanti come un’ernia – ovvero la fuoriuscita della zona centrale di un disco vertebrale. In questi casi, tuttavia, si tratta di episodi più dolorosi e invalidanti che possono sfociare in una perdita della sensibilità della zona colpita.

E se fosse una falsa sciatica?
Esiste anche una forma di dolore molto simile, chiamato «falsa sciatica» o sindrome del piriforme. Quest’ultimo è localizzato nella parte anteriore dell’osso sacro e termina nel grande trocantere (all’attacco del femore). Nella falsa sciatica è il muscolo piriforme che comprime il nervo sciatico causando dolore. Durante l’evoluzione umana sembra che tale muscolo non si sia riuscito ad adattarsi perfettamente alla postura eretta. Tale muscolo può quindi contrarsi nei momenti in cui c’è una contrazione causata da un movimento improvviso o un cambio di direzione in corsa. Gli esercizi di stretching come quelli consigliati nel video di Fabio Rizzo, generalmente possono risolvere il problema.

Dolore a collo e nuca?
Gli esercizi che lo riducono velocemente.
L’osteopata Fabio Rizzo spiega a Diario Salute TV come eseguire un semplice automassaggio per eliminare il dolore a collo e nuca.

In questo video vedrete come fare per aiutare i muscoli della nuca e del collo quando sono dolenti e contratti. Ti bastano cinque minuti per fare un piccolo automassaggio – spiega Fabio Rizzo osteopata e massofisioterapista.

Il primo esercizio
«Per prima cosa bisogna prendere la parte centrale dell’occipite, dove si attaccano tutti i muscoli che provengono dalla colonna vertebrale. Cominciando dal centro si effettua un piccolo massaggio circolare dirigendosi verso il processo mastoideo fino all’apofisi. Ce ne accorgiamo perché sentiamo al tatto due piccole sporgenze. I movimenti vanno ripetuti cinque o sei volte, e si avvertirà anche una zona un po’ dolente. Ciò accade perché c’è il passaggio di un nervo denominato di Arnold. Se il dolore è eccessivo si può evitare tale zona».

Automassaggio a livello occipitale
«Dopo aver fatto il primo esercizio, si pongono le mani un po’ più in alto, sempre a livello occipitale. In tale zona ci sono molte tensioni provocate dalla muscolatura del collo. Anche in questo caso i movimenti vanno eseguiti per otto-dieci volte. Bisogna anche assicurarsi che l’apertura avvenga sempre dal centro verso la periferia e non il contrario».

Con le mani unite
«Ora puoi prendere le mani, posizionarle dietro la nuca con i pollici rivolti verso il basso. A dita quasi congiunte esegui dei movimenti in direzione del collo, concentrandoti sui muscoli scaleni. A mano a mano che scendi avvertirai una tensione. Respira in maniera fluida, percepisci il tuo corpo e arriva fino in fondo, all’attacco delle costole. Ripeti l’esercizio, questa volta mettendo una maggiore pressione dove percepisci più tensione. Anche in questo caso può essere ripetuto per otto-dieci volte senza aver paura di avvertire un po’ di dolore: si tratta di una condizione perfettamente normale», conclude Rizzo.

Soffri di discopatie? I consigli dell’osteopata per stare meglio. 

La corretta idratazione è alla base della salute dei dischi intervertebrali. Ecco la quantità giusta a seconda del tuo peso corporeo.
Per una buona salute dei dischi intervertebrali, ma anche dei menischi e delle cartilagini, in genere è consigliabile mantenere un’idratazione ottimale – spiega Fabio Rizzo, osteopata e massofisioterapia. Il nostro corpo, infatti, per far funzionare al meglio gli organi vitali adopera molta acqua. Il problema insorge quando c’è una carenza d’acqua.

Utilizzo delle riserve idriche
Trattandosi di funzioni fondamentali, il nostro organismo ha sempre necessità di acqua, e se questa si riduce o viene a mancare deve adottare dei meccanismi di controllo per mantenere in equilibrio lo stato di salute generale. «Quando è in carenza di liquidi utilizza le cartilagini e i dischi intervertebrali. Questi sono ver e proprie riserve idriche. Per cui preleva la quantità che gli occorre al fine di mantenere la propria sopravvivenza», continua Rizzo.

Se non fornisci acqua sufficiente, l’organismo da fondo alle riserve
«Come avrai certamente compreso, se l’acqua non è in quantità sufficiente per idratare l’organismo, esso da fondo alle riserve attingendo dalle zone più periferiche. Questo ha lo scopo di preservare la qualità della vita a livello centrale. Allo stesso modo, quando abbiamo un eccesso di acido urico viene inviato alla periferia in maniera da allontanarlo il più possibile dai vari centri vitali».

Quanta acqua bere?
«Vi consiglio di bere almeno due decilitri di acqua ogni dieci chilogrammi di peso corporeo. Di conseguenza, se pesi cinquanta chili dovresti bere almeno un litro di acqua al giorno. Se invece il tuo peso corporeo si aggira intorno ai 75 chilogrammi, è necessario almeno un litro e mezzo. Le persone che hanno un peso corporeo di 100 chilogrammi dovrebbero arrivare a bere almeno due litri, tutti i giorni. Questo, indicativamente, è il tuo fabbisogno. Se tu andrai al di sotto di tale quantità il corpo ricaverà da sé la sua idratazione a scapito dei dischi della tua colonna vertebrale e tutte le articolazioni a essa connessa», conclude Fabio Rizzo.

Mandibola e Trigemino gli esercizi per eliminare il dolore.

Mandibola e trigemino sono due importanti sedi in cui viene scaricato lo stress. Un semplice automassaggio quotidiano può ridurre notevolmente il dolore.
Questo video mostra come fare per liberare le tensioni che si accumulano a livello della mandibola – spiega Fabio Rizzo osteopata e massofisioterapista. Gli esercizi sono efficaci anche nel controllo del dolore che si manifesta a causa di una compressione del nervo trigemino.

L’uso della mandibola
«La mandibola normalmente si usa solo per parlare e masticare, ma oggi come oggi è sollecitata anche dall’uso dei chewing-gum e durante le varie situazioni stressanti. Tutto ciò porta a un sovraccarico della muscolatura masseterica e nella zona temporale. Le tensioni possono essere facilmente eliminate con delle semplici manovre ed esercizi».

Il primo esercizio per le arcate dentali inferiori
«La prima manovra che posso consigliare è quella di prendere le due arcate dentali inferiori e fare delle leggere trazioni della mandibola verso il basso. Il movimento deve essere eseguito in modo molto leggero e fluidico. Durante l’espirazione si esegue la trazione in giù: in questo momento sentirai già un immediato sollievo. L’esercizio va ripetuto per circa quattro o cinque volte sempre respirando in maniera controllata», continua Rizzo».

‘’Ascolta’’ il muscolo massetere
«Un’altra possibilità è di toccare il viso per indagare a livello del muscolo massetere, che sono muscoli molto potenti deputati alla masticazione. Attraverso dei semplici movimenti rotatori è possibile individuare delle zone in cui si avverte dolore. Quando trovi un punto doloroso, soffermati alcuni minuti e massaggia applicando una pressione modesta. Non spaventarti se senti che fa male: si tratta di un’acutizzazione che è il preludio per una distensione muscolare. Continua l’esercizio trovando altri punti e soffermandoti alcuni minuti su di ognuno».

Parti dagli occhi
«Puoi anche partire a lato degli occhi, eseguendo un movimento rotatorio per arrivare ai lati delle orecchie. Anche a questo livello avvertirai delle zone che provocano molto dolore. Questo perché i muscoli coinvolti sono molto potenti e possono provocare diversi disturbi. Anche in questo caso rimani alcuni minuti, specie dove accusi più male. Esegui delle respirazioni profonde eseguendo sempre movimenti circolari. Esegui l’esercizio anche 7 o 8 volte», conclude Rizzo.

Esercizi per sbloccare il diaframma 

Il diaframma è uno dei muscoli più importanti del corpo umano. Controlla le emozioni, il livello di stress e persino la salute della nostra cervicale. Ecco gli esercizi per liberarlo dalle tensioni.
Del diaframma si parla davvero poco. Ed è un peccato considerata la sua importanza. Questo particolare muscolo si forma già in fase embrionale ed è formato dal trasferimento di diverse strutture che partono dalla terza alla quinta vertebra cervicale. Ciò fa capire il motivo per cui quando il diaframma è bloccato, fa male anche il collo. Ma i collegamenti tra diaframma e salute sono molto vasti e includono anche il nostro modo di essere.

Il muscolo che sceglie se farti stare bene
Oggi viene chiamato anche «muscolo della serenità», frase coniata da Andrew Taylor Still, fondatore dell’osteopatia che, quando si riferiva al diaframma del torace scrisse: «Per mezzo mio vivete e per mezzo mio morite. Nelle mani ho potere di vita e morte, imparate a conoscermi e siate sereni». Secondo lui, infatti, un diaframma bloccato può dar luogo a diversi problemi emozionali.

Un muscolo quasi sconosciuto
Nel video vengono mostrati alcuni esercizi che aiutano a distendere il diaframma. Si tratta di un muscolo molto grande ma anche sconosciuto – spiega Fabio Rizzo, Massofisioterapista e osteopata – è molto facile che esso si contragga quando è in relazione con un centro emozionale che viene sviluppato attraverso le relazioni che intercorrono tra noi e l’ambiente.

Come verificare se c’è un problema al diaframma
Appare come un muscolo insignificante, tuttavia può essere considerato la sede primaria delle emozioni, continua Fabio Rizzo. Noi abbiamo la possibilità di verificare la nostra libertà diaframmatica attraverso un semplice esercizio. Si pongono i palmi delle mani attorno alla zona costale e si respira normalmente per circa cinque o sei volte. Durante la respirazione bisogna fare molta attenzione se le due arcate costali si espandono esattamente allo stesso modo. È molto frequente, nei disturbi emozionali, che una delle due parti si apra leggermente meno.

Respirare bene con il diaframma
Se una delle due parti si apre un po’ di meno – spiega Fabio Rizzo – possiamo aiutare il diaframma con una respirazione assistita localizzata. Se, per esempio, sentiamo che a destra lo spazio di apertura è minore, possiamo ruotare la testa verso la parte opposta, a sinistra, e respirare con il naso. In questo momento è importante che la narice destra sia collegata con l’emicupola diaframmatica destra, come si può vedere nel video. Si eseguono diverse respirazioni fino a che la zona contratta non inizia a liberarsi e allargarsi. Se la restrizione si avverte a sinistra, si deve eseguire l’esercizio inverso: si gira la testa verso destra e la narice sinistra si collega all’emicupola diaframmatica.

Al termina respira di nuovo libero
Al termine, se gli esercizi sono stati eseguiti correttamente, il diaframma dovrebbe aprirsi correttamente da entrambi i lati. Per verificarlo e per terminare l’esercizio, si respira normalmente con il capo in posizione frontale. Per ogni parte andrebbero eseguite almeno cinque serie, e una finale, da cinque respirazioni per armonizzare la respirazione e le emozioni.